È tempo di Natale e spesso i genitori si interrogano se sia il caso di continuare a raccontare di Babbo Natale e fino a quando farlo e soprattutto cosa fare quando il proprio figlio o figlia inizia a mettere in dubbio l’esistenza di questo personaggio tanto amato. Vediamo insieme come è consigliabile affrontare questo cambiamento.
I genitori raccontano fin da piccoli ai bambini la storia di Babbo Natale, un vecchietto con la barba bianca, vestito di rosso, che la notte di Natale fa il giro del mondo con una magica slitta trainata dalle renne per consegnare ai bambini di ogni paese del mondo dei regali.
I genitori raccontano questa storia soprattutto per vedere la gioia, la meraviglia e lo stupore negli occhi dei loro figli (Clark,1995). Inoltre, l’alone di mistero che accompagna il personaggio di Babbo Natale, aiuta i bambini nell’apprendimento di una simbologia.
È tempo di Natale e spesso i genitori si interrogano se sia il caso di continuare a raccontare di Babbo Natale e fino a quando farlo e soprattutto cosa fare quando il proprio figlio o figlia inizia a mettere in dubbio l’esistenza di questo personaggio tanto amato.
Perché i bambini credono a Babbo Natale?
I bambini credono a Babbo Natale perché sono gli adulti a convincerli della sua esistenza. I bambini, infatti, tendono a fidarsi dell’adulto in quanto figura autorevole e non mettono in discussione o in dubbio l’informazione che è stata data, anche se crescendo avrebbero le capacità per farlo. Già all’età di quattro anni i bambini sono in grado di distinguere la realtà dalla fantasia, ma il fatto che sono proprio le persone di riferimento a mantenere viva la credenza di Babbo Natale fa sì che i bambini mantengono in vita questa storia più a lungo.
Come avviene la scoperta che Babbo Natale non esiste?
Alcune ricerche (Anderson e Prentice, 1994) hanno rilevato che intorno all’età di 7 anni, circa il 54% dei bambini scopre la verità su Babbo Natale autonomamente, al 33% viene rivelata dai genitori e il 13% dei bambini chiede conferma ai genitori in seguito a dubbi. Dalla ricerca emerge anche che i bambini reagiscono in maniera positiva nello scoprire la verità e che sono piuttosto i genitori a sperimentare vissuti di tristezza per il fatto che i figli non credono più a Babbo Natale. Una volta scoperta la verità su Babbo Natale, i bambini mantengono il segreto nei confronti dei fratellini o sorelline più piccoli perché pensano che sia stato bello credere a Babbo Natale e che quindi è bello che anche gli altri ci possano credere. Lo svelamento è un passaggio evolutivo importante nel percorso di sviluppo del bambino in quanto lo differenzia dai bambini più piccoli e questo costituisce un piccolo traguardo ed è premiante per il bambino stesso (Maggiolini, 2011).
Perché i bambini smettono di credere a Babbo Natale?
La perdita della credenza non è istantanea, ma solitamente è preceduta da un periodo di transizione in cui i bambini alternano momenti in cui credono a momenti in cui credono o passano a credere a qualche altro personaggio (Gesù Bambino, Santa Lucia ecc.). La ragione per cui i bambini smettono di credere a Babbo Natale è legata allo sviluppo cognitivo. A partire dai 7 anni, i bambini diventano meno dipendenti dai genitori da un punto di vista affettivo e cognitivo e riconoscono che esiste una realtà fatta di simboli.
A cosa serve Babbo Natale?
Babbo Natale aiuta i bambini a sviluppare la capacità di riconoscere una dimensione simbolica della realtà. Serve per scandire le stagioni dell’anno. Babbo Natale aiuta i bambini a sperimentare l’attesa e sviluppa la capacità di desiderare. Infine, il momento dello svelamento costituisce un’importante tappa evolutiva per tutti i bambini, che dimostrano quindi di essere cresciuti sia da un punto di vista cognitivo che affettivo.
Dott.ssa Elisa Marveggio
Psicologa dell'età evolutiva
Psicoterapeuta in formazione
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