La terapia mamma-bambino è un intervento riabilitativo neuropsicomotorio dove l'obiettivo è quello di facilitare la mamma nella comprensione e nel riconoscimento del proprio ruolo genitoriale, aiutandola a rafforzare il legame affettivo con il proprio bambino.
Il legame mamma-bambino
Il rapporto che lega una madre al proprio figlio è da sempre considerato uno dei legami più forti esistenti in natura.
Su questo legame si costruisce lo sviluppo emotivo-relazionale del bambino e si baseranno tutte le relazioni che si instaurano nel corso della vita.
Proprio per questo è fondamentale andare a sostenere attaccamento sicuro e positivo.
Talvolta si verifica una difficoltà nello sviluppo lineare di questa relazione: la madre dovrebbe entrare in una fase chiamata “preoccupazione materna primaria”, come sostiene il famoso Pediatra e psicoanalista Winnicott, in cui la madre diventa sensibile ai bisogni del bambino ed è contenta nel soddisfarli. Ciò potrebbe non verificarsi a causa di molteplici fattori come scarsa empatia, difficoltà ad entrare nel ruolo di genitore, depressione post partum, paura di sbagliare o fare del male al bambino.
Il legame che si crea all’interno della diade è di fondamentale importanza perché è proprio il genitore che “introduce il mondo a piccole dosi” al figlio.
La costellazione materna
La gravidanza e il conseguente “diventare mamma” sono eventi che modificano la percezione che la donna ha di sé e dell’ambiente che la circonda, rendendo necessaria una ri-organizzazione della propria identità.
Con la nascita di un bambino, la madre entra in una nuova e temporanea organizzazione psichica, che lo Psichiatra statunitense Stern definisce “costellazione materna”.
Questa determina nella madre una serie di nuove azioni, tendenze, sensibilità, fantasie, paure e desideri.
L’esperienza della maternità rappresenta quindi un possibile stato di fragilità in cui la neo-mamma può far fatica ad accettare il nuovo ruolo.
In un contesto come quello della costellazione materna, già di per sé delicato, può accadere che il bambino presenti delle difficoltà e/o dei ritardi dello sviluppo.
La consapevolezza materna riguardo a queste fragilità, innesca un sentimento di frustrazione, rabbia e rifiuto che possono ricadere sulla relazione con il bambino stesso.
Le conseguenze di una relazione mamma-bambino patologica
Il legame di attaccamento con la propria mamma pone le fondamenta sulla persona che il bambino diverrà in futuro e sulle modalità che utilizzerà per relazionarsi con gli altri e sui rapporti personali in generale.
Una relazione mamma-bambino deficitaria può dare origine a disagi della sfera emotiva-relazionale nel bambino e conseguente difficoltà nella gestione del proprio comportamento in età prescolare e scolare.
Come si può intervenire?
La terapia mamma-bambino è un intervento riabilitativo dove l'obiettivo è quello di facilitare la mamma nella comprensione e nel riconoscimento del proprio ruolo genitoriale, aiutandola a rafforzare il legame affettivo con il proprio bambino.
Il trattamento si basa sulla proposta di attività che possano far emergere le potenzialità e le capacità del bambino e che aiutino la madre a trovare strategie adeguate per interagire con il proprio bambino, soprattutto modulando la propria comunicazione attraverso lo sguardo, la postura, la voce, la mimica, il contatto fisico e sintonizzandosi sullo stato emotivo del proprio bambino.
Nel lavoro in terapia con la diade mamma-bambino, la madre può essere aiutata a leggere i segnali comunicativi inviati dal bambino, attraverso la postura, lo sguardo, la mimica, la vocalità e il pianto e comportarsi di conseguenza, rispondendo attraverso il linguaggio verbale e non verbale alle richieste di vicinanza e allontanamento del suo bambino.
Inoltre, durante il confronto con i terapisti, la madre viene aiutata a comprendere quali possono essere le migliori attività di gioco da proporre al bambino, tenendo conto del suo sviluppo cognitivo, del suo interesse e della sua motivazione, in modo tale che questi momenti siano caratterizzati da piacere e serenità per entrambi i componenti della diade.
I momenti di gioco infatti sono l'occasione migliore per attivare momenti di scambio relazionale e di coinvolgimento emotivo, elementi necessari per la costruzione di una relazione empatica.
In conclusione, possiamo quindi affermare che Il lavoro terapeutico con la diade mamma-bambino può sostenere la madre a ritrovare le modalità comunicative adeguate con il proprio figlio, che favoriscano la ripresa dello sviluppo della relazione diadica ma anche l’evoluzione e la crescita del bambino quando in quest’ultimo si presenta un blocco dello sviluppo.
Ivan Conia, Martina Spinello
I terapisti della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva
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